Mi è capitato di leggere, poco tempo fa, un brillante studio condotto dalla University of York in collaborazione con (e sussidiata dal) British Council, a proposito del ruolo della cultura nelle zone di conflitto. Poiché i temi della letteratura salvifica e dello storytelling mi appassionano, ho pensato di riprodurre qui una piccola parte dello studio, tradotta.
Quella che leggete qui a seguito è la traduzione della premessa allo studio Voices of the People: Culture, Conflict and Change in North Africa, premessa scritta da Bidisha, giornalista, broadcaster e attivista indiana.
“Stiamo vivendo un tempo di grande cambiamento e di enorme potenziale. In Medio Oriente e in Nord Africa, popolazioni per lo più giovani, ispirate da storie rivoluzionarie passate, avvenute nei loro stessi paesi e dall’impegno dei loro contemporanei in altri stati, stanno scendendo in piazza. Vogliono ciò che qualunque cittadino vuole: una società onesta, egualitaria, a sostegno del cittadino, responsabile e stabile.
Come l’oppressione e la disuguaglianza, anche i movimenti di resistenza assumono molte forme. La protesta non c’è stata solo in strada, ma anche nell’arte, supportata dalla rivoluzione digitale e dalla globalizzazione della cultura. Scrittori, artisti, musicisti, coreografi, registi, designer e blogger sono stati l’avanguardia del cambiamento, sia di persona che attraverso le proprie opere, con la convinzione che il futuro non debba essere come il passato.
La pubblicazione presente, così come la ricerca su cui si basa, offre un’istantanea di un momento particolare, in un tempo in rapida trasformazione. Investiga le molte possibilità per la futura relazione tra Inghiliterra e l’Africa. L’Inghilterra ha il potenziale per incrementare e rafforzare il legame tra cultura e cambiamento sociale e per prendere parte alla fioritura dell’arte nelle sue molteplici forme: come protesta non-violenta, come catalizzatore, come specchio del sociale o come spazio per esplorare liberamente concetti pericolosi o addirittura tabù, per esprimere le emozioni e per trovare soluzioni. Le rivoluzioni stanno dando una voce potente a persone che sono state spesso emarginate, ed è importante notare come molti di leader rivoluzionari, commentatori e artisti siano donne, un chiaro segno che anche coloro le cui voci sono state storicamente ignorate ora rifiutano di stare in silenzio, o di essere invisibili.
Ora l’Inghilterra ha un’opportunità unica di prendere parte al cambiamento, coadiuvarlo e renderlo possibile senza dover ricorrere alla dominazione o la dittatura. Possiamo offrire il nostro supporto a tutte le voci degli artisti, alla libertà di espressione, all’internazionalizzazione della cultura. Possiamo offrire una competenza pratica e contatti con organizzazioni di rilievo, per creare legami benefici tra artisti diversi e tra artisti e finanziatori, commissionanti, editori, curatori d’arte e personalità e organizzazioni di rilievo in tutto il mondo. In questo modo, l’Inghilterra può mettere il meglio di sé a servizio della creazione di una comunità globale più ricca, che oltre al patrocinio diplomatico sia supportata da condivisione della creatività, scambio di opportunità, amicizia tra artisti e mutua ispirazione nella cultura.
Tuttavia, è necessario agire con rapidità. Prima che il furore rivoluzionario si estingua o venga estinto, dobbiamo aiutare ad assicurare il raggiungimento di un cambiamento reale e persistente. Ciò vuol dire riconoscere i leader nel campo artistico, i rappresentanti del mondo culturale e gli innovatori nel campo creativo e condividere con loro supporto, risorse, opportunità, istituzioni e strutture. Dobbiamo lavorare insieme e fare in modo che l’azione conduca al cambiamento, la collaborazione internazionale a un’amicizia perpetua, la protesta all’emancipazione e l’arte e la creatività a libertà e uguaglianza.”
Bidisha
Qui il link all’articolo originale e allo studio completo: bit.ly/WrL7DI
Qui il blog di Bidisha: http://www.bidisha-online.blogspot.de/